Prima di poter entrare nel mondo del lavoro è necessario effettuare, la maggior parte delle volte, un percorso, al fine di apprendere le linee guida per una determinata professione, per poter iniziare un percorso lavorativo con delle conoscenze di base che possano aiutare l’individuo nelle prime fasi della sua carriera.
Questo percorso preparativo è detto formazione professionale.
Esistono due tipi di percorsi di formazione: la formazione professionale iniziale è rivolta, genericamente, ai giovani che si accostano al mondo del lavoro.
La formazione professionale continua invece è destinata ai disoccupati al fine di un reinserimento nel mondo del lavoro, la formazione continua è basata sul concetto che l’apprendimento deve svilupparsi come una componente permanente della propria attività di lavoro e del proprio io sviluppo professionale.
Il mondo del lavoro oggi è sempre in rapida trasformazione, per questo che la formazione è continua, chiamata anche formazione lungo tutto il corso della vita.
La formazione continua è poi finanziabile dai fondi inter-professionali, che sono delle risorse finanziarie a disposizione delle imprese e che sono gestiti da associazioni datoriali (ad esempio Confindustria) e anche da associazioni sindacali, quindi da entrambe le parti sociali. Questi fondi possono essere usati, e spesso sono usati, per interventi formativi dei lavoratori.
Secondo l’articolo 117 della nostra Costituzione la materia della formazione professionale è di competenza esclusiva delle regioni, viene quindi differenziata dall’istruzione scolastica che rientra nella sfera di competenza dello Stato e in particolare del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca MIUR.
Si deve tenere a mente però che un percorso di formazione può iniziare anche molto presto, dopo aver terminato la scuola secondaria di primo grado, è infatti possibile scegliere un istituto professionale come dopo il conseguimento della licenza media. La scuola professionale ( da non confondere con l’istituto tecnico e ovviamente da differenziare dal liceo) fornisce una preparazione incentrata maggiormente sull’aspetto pratico che non su quello teorico.
Precedentemente al 2008, in Italia, era possibile conseguire una qualifica professionale con tre anni di studi e ottenere la specializzazione con i successivi due anni. La riforma Gelmini del 2008 ha modificato questa situazione raggruppando gli indirizzi professionali in due macro settori con 6 indirizzi, riducendo le ore di laboratorio e tirocinio, e suddividendo il quinquennio in due bienni più un quinto anno singolo.
Il percorso di formazione regionale va invece distino anche esso. Esso è parallelo a quello dell’istruzione scolastica gestita dal MIUR, ed è finalizzato al raggiungimento della qualifica professionale che attesta un certo livello di conoscenze, abilità e competenze relative a un certo settore della formazione professionale.
Anche gli enti formativi privati che propongono contenuti specialistici su settori specifici dell’apprendimento professionale danno un contributo importante alla formazione professionale, molti corsi oltretutto sono gratuiti perché finanziati dal Fondo Sociale Europeo.
Un’altra categoria per i corsi in di formazione sono i corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore IFTS, sono anche detti percorsi di alta formazione, e rappresentano quei corsi che sono aperti ai diplomati e ai laureati per aumentare la loro competenza lavorativa.
Esiste poi la formazione obbligatoria: con il DPR 137/2012 le professioni ordinate sono oggetto all’obbligo della formazione continua per mantenere o migliorare la propria qualificazione professionale, si usa come unità d misura il Credito Formativo Professionale CFP.
Si capisce come la formazione sia un metodo di apprendimento che raggruppa tutti gli ambiti della didattica, di importanza imprescindibile per ogni individuo che si avvicina al mondo del lavoro sia oggi che in futuro.